Iniziative e convegni
relazione congressuale del segretario FIM Vicenza Stefano Chemello
Relazione per il XIX° Congresso FIM Vicenza
Quinto Vicentino, Ristorante dai Gelosi 02 e 03 Dicembre 2021
SYN-DIKE, PARTECIPIAMO ALLA TRANSIZIONE
Care delegate, cari delegati, graditi ospiti,
benvenuti al diciannovesimo congresso provinciale della Fim Vicenza.
A nome di tutta la segreteria vi presento la relazione introduttiva con l'obiettivo di stimolare la discussione che le tesi congressuali proposte dalla FIM Nazionale hanno avviato.
Il titolo che abbiamo dato a questo congresso è frutto di un gioco di parole che prova a legare le radici del sindacato (SYN-insieme e DIKE giustizia= FARE GIUSTIZIA INSIEME) alla giusta transizione, ed un richiamo al sindacato affinché PARTECIPI ALLA TRANSIZIONE e non la subisca.
Con questo spirito approcciamo il nostro importante appuntamento, che vuole dare le linee guida alla Fim e alla Cisl per i prossimi 4 anni. Vogliamo provare a recuperare il senso di appartenenza ad una comunità che sembra andato perso, e contribuire arigenerare la società. Il contesto che viviamo oggi è profondamente mutato rispetto al 2017 quando abbiamo celebrato il precedente congresso.
Allora l’emergenza riguardava il dilagare del populismo, che faceva forza su una imponente migrazione di persone, alla ricerca di migliori condizioni rispetto a ciò che il proprio paese di origine poteva offrire; in quel frangentesi potevano percepire deboli segnali di ripresa, dopo (quasi) 10 anni di crisi economica mondiale.
Ad onor del vero, il dramma delle migrazioni non si è fermato, si è solo spostato geograficamente, ovvero, si conta un ulteriore aumento della migrazione via terra ed i motivi sono sempre le guerre dell’area mediorientale. La soluzione sembra passare attraverso la costruzione di muri e barriere, invece di creare ponti o corridoi umanitari per tutelare le persone ed i diritti umani.
A questo proposito, per agire e non solo fare annunci, la CISL veneto ha rifondato ISCOS, l’istituto sindacale per la cooperazione internazionale, per dare un aiuto concreto a uomini, donne, bambini, anziani, alla disperata ricerca di libertà e dignità, bussando alle porte di una Europa che si dichiara inclusiva. Sono tanti i chilometri sotto i piedi di persone che hanno perso la loro dignità, respinti con la violenza e dimenticati nei boschi ai confini tra Bosnia e Croazia, politicamente strumentalizzati lungo le reti polacche. Una vergogna ed un fallimento della politica europea!
La situazione economica invece, ha conosciuto un altro evento tanto inaspettato quanto drammatico: il COVID-19!
Della pandemia vorrei non parlarne, già sono state spese e si spendono parole all’infinito. Ma non possiamo evitare di farlo. Ne parlo dal punto di vista dell’Organizzazione Sindacale.
L’analisi che ne esce ha più sfaccettature, sia economiche che sociali, le più impattanti.
Quelle economiche raccontano diun inizio 2020 dove tutto si è fermato: calo della produzione del 70-90% a seconda del settore, chiusura di molte attività, lockdown per tutti con confinamento in casa. Inimmaginabile finora!
Per quanto di nostra competenza, la grande innovazione in emergenza è stata la costituzione dei comitati COVIDin ogni luogo di lavoro. Uniti nella necessità incombente, azienda e rappresentanti dei lavoratori hanno fatto fronte comune, con spirito di collaborazione, riuscendo a gestire una situazione tanto nuova quanto insidiosa, consentendo la riapertura in sicurezza di quasi tutte le attività produttive metalmeccaniche.
Quelle sociali invece sono ancora le più preoccupanti. Siamo passati dal timore iniziale, quando ci si rifiutava di andare a lavorare per paura del contagio (ansie alimentate purtroppo anche da alcune organizzazioni sindacali), al rifiuto odierno di accettare le scoperte scientifiche che, grazie ad imponenti concentrazioni di finanziamenti e lo scambio immediato di informazioni nella task-force di ricercatori, hanno permesso di produrre, in tempi record, una cura che sta mitigando gli effetti del contagio, riducendo così il rischio peggiore che non possiamo permetterci: subirealtre chiusure generalizzate delle attività produttive.
Partecipazione, questo è il modello vincente che dovremmo replicare: collaborazione tra tutti gli stakeholders, partecipazione vera agli obiettivi comuni, la sicurezza nei luoghi di lavoro, la parità di genere, l’accoglienza dei migranti, un mondo “umano”!
Per raggiungere risultati serve la partecipazione concreta, quella quotidiana che ogni rappresentante sindacale deve avere nella propria cassetta degli attrezzi; valori questi che devono essere riconosciuti e praticati anche dalle aziende, per esempio discutendo giorno per giorno di formazione continua, qualificazione e ri-qualificazione professionaleper accompagnare lo sviluppo tecnologico e le sue trasformazioni, per garantire lavoro in luoghi di lavoro che devono essere sicuri.
Solo con queste “buone prassi” potremo arrivare all’obiettivo della partecipazione piena, così come immaginata e recepita fin dalla nascita della FIM e della CISL nei loro atti costitutivi.
PIÙ LAVORO GIUSTO
Il vero acceleratore della transizione è stato,appunto, l’ultimo grande shock che la società e l’economia mondiale ha conosciuto: dopo la crisi dei sub-prime del 2008 e il “rischio default” degli stati sovrani nel 2011, quando ancora non avevamo assorbito tutte le difficoltà, la crisi pandemica ha fatto il suo devastante ingresso, facendo emergere tutta la fragilità dell’economia italiana ed europea.
Già a gennaio 2020 si era capito che il modello organizzativo delle aziende aveva una catena del valore troppo lunga. Agli albori del COVID in Cina, in concomitanza del capodanno cinese che ha prolungato le chiusure delle attività in quelle regioni e ritardato la consegna delle commesse più del previsto, le aziende del settore automotive erano già in fibrillazione (notoriamente le più spinte sul just in time).
Altro evento che dimostra quanto possa essere fragile il sistema, è stato l’incagliamento di una nave nel canale di Suez ad inizio 2021; per una settimana si è incagliata anche la fornitura generalizzata dei semilavorati e delle materie prime. Un delirio. Oggi, le attività sono in crisi per la mancanza di semiconduttori, che vengono prodotti esclusivamente nel sud est asiatico, monopolio che regola l’intera manifattura a cascata. Forse è arrivato il tempo di rivedere la catena di fornitura e dunque il processo produttivo delle nostre aziende. Se non ora, sfruttando gli imponenti finanziamenti dati dal NEXT GENERATION EU che in Italia diventa PNRR (piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), quando?
La Fim è pronta!
Con il rinnovo del CCNL ad inizio 2021, abbiamo posto le basi concrete per accompagnare questa grande trasformazione. La riforma dell’inquadramento insieme alla formazione continua voluta nel contratto del 2016, ci consente di essere protagonisti e non spettatori, a patto di non rimanere ancorati a vecchi rituali del passato che ancor oggi troviamo nella cronaca nazionale e che si trascinano ormai da un decennio. O modernizziamo la nostra azione o saremo destinati all’irrilevanza. Il segnale è chiaro guardando per esempio alla vicenda GKN Toscana, dove abbiamo assistito ad un fatto agghiacciante; ai lavoratori hanno comunicato il licenziamento con un messaggio su whatsApp. Ma facciamoci una domanda: il modello di rappresentanza in quell’azienda è adeguato ai tempi?
La trasformazione della classificazione del lavoro è una realtà concreta sotto gli occhi di tutti; significative sono due realtà:
1) più della metà dei lavoratori nelle aziende metalmeccaniche fanno parte dell’area impiegati ovverorientrano nell’ambito dellecosiddette alte professionalità.
2) Il fenomeno dello smartworking, incentivato/spinto dalla pandemia, è una modalità di lavoro nuova e diffusa, che consente a tanti lavoratori di coniugare davvero tempi di vita con tempi di lavoro. Fino ad ora privilegio di pochissimi individui. L’agilità di questa tipologia lavorativa, mette gli addetti nella condizione di non volerne rinunciare. Il nostro impegno deve essere anche al loro fianco, contrattando le condizioni, i limiti, le opportunità, per non lasciare alle aziende la totale gestione.
COMPETENZE AL CENTRO
Attraverso sessioni formative in presenza ed a distanza (specialmente nella fase emergenziale che non ci ha fermati) abbiamo incontrato 109 delegati neo eletti, ai quali è stata dedicata la formazione di primo livello, incentrata sul ruolo del delegato e la storia della FIM, lettura del CCNL e della busta paga. Il percorso di base deve permettere a tutti i delegati di sapersi destreggiare agevolmente ed in autonomia almeno per le questioni più frequenti che riguardano i lavoratori che incontrano in azienda, cercando di dare risposte ai loro bisogni, indirizzare nelle emergenze, dare informazioni, diventando figure di riferimento, capaci di ascoltare e offrire supporto. A questi si aggiungono 24 delegati “senior”, ai quali è stato proposto un percorso di secondo livello su due tematiche: la contrattazione e la comunicazione, dedicando due giornate che hanno permesso di fornire gli strumenti di base per elevare le loro competenze, mirate ad un ruolo ancora più determinante in azienda. Durante la fase più intensa della pandemia, 39 delegati hanno partecipato al corso in modalità a distanza “E-learning”, organizzato dalla Fim nazionale (con Skilla), dedicato a delegati e operatori, al fine diacquisire competenze digitali, imparando nuove tecniche per impratichirsi con il tema, attraverso un percorso di apprendimento che ha messo a disposizione 12 “pillole formative” su piattaforma online,relativamente a tre ambiti didattici: “cercare, gestire e condividere informazioni”, “produttività personale”, “comunicare e condividere”.
Formazione Impiegati - alte professionalità
Su questo tema, legato alla rappresentanza di tutte le tipologie di lavoro, abbiamo progettato e sviluppato un percorso formativo dedicato alle figure che possono essere identificate nell’alveo delle “Alte Professionalità - impiegati”. L’esigenza nasce dalla capacità/necessità di “parlare” a questi lavoratori. Le nuove tecnologie e modalità lavorative impongono di organizzarsi per trattare le migliori condizioni; la FIM vuole essere un punto di riferimento anche perché sa ascoltare le esigenze di tutti i lavoratori, quelli che magari non frequentano le nostre assemblee, quelli che guardano con diffidenza le proposte sindacali che, per forza di cose, tendono a prendersi cura più spesso delle esigenze dei diretti in produzione. A tale proposito abbiamo coinvolto venti impiegati di altrettante aziende vicentine, impegnati assieme a definire le linee guida che consentano di coniugare aspettative e proposte sindacali da inserire nella contrattazione di secondo livello.
Complessivamente, ai percorsi di formazione promossi nel triennio appena trascorso, sono stati interessati 192 fimmini vicentini. Un sentito grazie va a tutti loro, alla loro dedizione e pazienza, specialmente a quanti hanno deciso di investire i propri permessi personali o ferie per poter partecipare.
Contrattazione
Non è quantificabile la mole di lavoro che ci ha coinvolti durante la pandemia, garantendo copertura di ammortizzatori sociali avanzati dalle centinaia di aziende che ne facevano richiesta. Sono stati sottoscritti altrettanti verbali di consultazione, consentendoci spesso di comunicare e trattare con le aziende, nonostante non fosse possibile incontrare i lavoratori.
Invece, gratificante è il risultato del certosino lavoro svolto nelle aziende dove è stato possibile concludere accordi di secondo livello che contengono tutti una identità FIM. 54 sono gli accordi integrativi sottoscritti in provincia nelle aziende dove abbiamo delegati FIM, tra il 2019 ed il 2021. Ogni accordo esalta qualche caratteristica che si distingue e che si somma agli importi in denaro o welfare legati alle performance aziendali. 22 di questi accordi, per esempio, evidenziano le buone prassi e l’impegno alla promozione del Diritto Soggettivo alla Formazione. La FIM tratta, magari litiga ma poi, raggiunto l’accordo, lo sostiene. Non è purtroppo così per altri.
Fondo Nuove Competenze (FNC)
Istituito presso l’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) che ha previsto un ingente stanziamento per finanziare progetti formativi aventi per oggetto lo sviluppo delle competenze. Ogni progetto (in coerenza con gli indirizzi italiani e dell’UE in materia di innalzamento dei livelli di competenza degli adulti) evidenzia le modalità di valorizzazione delle competenze possedute, la personalizzazione dell’apprendimento a partire dalla valutazione d’ingresso, la progettazione degli obiettivi da raggiungere ed il riconoscimento delle competenze acquisite.
L’esperienza del FNC ci consente di poter dire che, nonostante i limiti imposti dalla normativa ed i tempi stretti al fine di consentire la presentazione dei piani formativi, la metodologia può essere quella vincente; pianificare tenendo in considerazione un tempo prefissato seppure necessariamente congruo, consente di misurare il raggiungimento degli obiettivi formativi. La comparazione delle competenze individuali tra la fase iniziale e quella di uscita, dà modo al lavoratore di valorizzare il percorso, riconoscendolo a pieno titolo. Infine, certificare e sigillare le competenze acquisite, disegnala cornice del curriculum professionale.
Nell’ultimo quadrimestre del 2020 la FIM di Vicenza ha portato a termine trattative che hanno consentito di sottoscrivere 5 accordi sul territorio, promuovendo uno schema di piattaforma che tenesse assieme l’interesse dell’azienda e la garanzia di efficacia dell’azione per i lavoratori; siamo orgogliosi di poter affermare che tale schema di accordo è stato preso a riferimento da numerose agenzie di formazione che lo ha utilizzato apprezzandone la completezza.
Fim Green
La FIM vicentina ha avuto un ruolo da attore protagonista nella realizzazione del cruscotto e del manuale operativo del “delegato green”, partecipando agli incontri di orientamento, condividendo le esperienze sul territorio al fine di arricchire il programma. Il manuale FIM GREEN è stato realizzato con l’obiettivo di promuovere, contrattare, diffondere la cultura del GREEN e dello sviluppo sostenibile in azienda, offrendo un vademecum che indirizza il lavoro del delegato. Riteniamo che sia fondamentale implementare la figura del referente GREEN tra le RSU.
Solidarietà Veneto
Circa 70 fimmini hanno partecipato al corso promosso dal fondo, consentendo loro di ricevere aggiornamenti utili in tema di Previdenza complementare. I vantaggi dello strumento e la promozione devono diventare patrimonio quotidiano di ogni delegato. La formazione offerta dal fondo, permette ai delegati più attivi di acquisire competenze e professionalità, al fine di dare assistenza ai lavoratori per questioni di prima consulenza e promozione dello strumento.
Formazione della squadra FIM
A seguito di una attenta analisi dei bisogni e degli obiettivi perseguibili dalla squadra della FIM vicentina, è stato possibile dedicare 5 giornate alla formazione, condivisione e pianificazione delle strategie anche operative e di indirizzo, assieme a tutti gli operatori sindacali. Grazie alla collaborazione di formatori esterni professionisti, abbiamo potuto costruire le basi di una rinsaldata collaborazione, anche alla luce dei repentini cambiamenti dei componenti la squadra, su un territorio particolarmente vasto che non sempre consente di trovare momenti di condivisione frequenti.
Inoltre, 2 operatori hanno partecipato al “corso di comunicazione” promosso da VenetoinAzione ed altri 2 al corso “Diritto al lavoro in pandemia” promosso dal centro studi CISL.
Come non citare l’evento dal titolo “Metalcafe” realizzato a novembre del 2019 che, attraverso uno metodo semplice ed efficace, ha offerto ai componenti del Consiglio Generale l’occasione di dar vita a conversazioni informali, vivaci e costruttive su questioni importanti e concrete che riguardano la vita dell’Organizzazione. Lo strumento creativo ha contribuito a migliorare la capacità delle persone di “pensare assieme”. I risultati dei lavori sono stati essenziali per aiutare la segreteria della FIM ad indirizzare meglio l’azione progettuale di metà mandato.
Competenze Digitali
Sulla scorta di quanto emerso dal progetto promosso dalla FIM del Veneto, in collaborazione con l’Università di Padova, sottolineiamo quanto la trasformazione digitale e la transizione ecologica siano fenomeni che cambiano i processi di produzione e il mondo del lavoro. Portano benefici alle comunità e al pianeta solo se supportati da azioni che includono tutti i lavoratori e le lavoratrici. Sindacato e Imprese hanno il comune obiettivo di progettare e avviare iniziative di reskilling e upskilling per adeguare le competenze di lavoratori e lavoratrici ai cambiamenti in atto.
Per upskilling intendiamo i processi formativi che portano all’acquisizione di nuove competenze nello stesso ambito professionale in cui le persone operano. Per reskilling si definisce lo sviluppo di abilità che permettono di ricoprire un ruolo diverso. Si tratta quindi di una riqualificazione della persona e delle competenze, tenendo insieme due elementi fondamentali:
• da un lato, la necessità della transizione verso sistemi produttivi che riducono progressivamente l’impatto sull’ambiente e integrano efficacemente tecnologie digitali;
• dall’altro il concetto di giustizia, ovvero la necessità di considerare e analizzare l’impatto che questi cambiamenti possono avere sulle persone e, in particolare, su quelle che lavorano, per attenuarlo con opportune misure.
L’intervento di adeguamento delle competenze professionali dovrebbe articolarsi su tre livelli.
• Informazione = necessaria per diffondere gli obiettivi strategici delle imprese, per allineare tutti i lavoratori e le lavoratrici sulle sfide dell’innovazione sostenibile, per comunicare i progetti di innovazione aziendali.
• Formazione = attraverso la formazione aumentano le competenze professionali, aumenta la capacità del singolo lavoratore di intervenire in modo nuovo o arricchito nell’ambito di un campo di esperienza, attraverso l’attivazione di nuovi comportamenti cognitivi e operativi.
• Contrattazione = negoziare elementi economici connessi allo sviluppo di indicatori comportamentali, legati alle sfide di sostenibilità dell’impresa. È una leva per dare un impulso all’adozione di comportamenti orientati alla sensibilità ambientale e per sviluppare una cultura dei comportamenti sostenibili al lavoro.
Digitalmec
Rappresenta lo strumento che consente di mettere in pratica le linee di indirizzo sul tema della formazione continua, promosso nel CCNL recentemente rinnovato, il qualesviluppa un progetto di Alfabetizzazione Digitale, rivolto ai lavoratori dell’industria metalmeccanica. Questa proposta progettuale ha una finalità orientativa e si propone di offrire alle aziende un supporto operativo nella definizione e realizzazione di un programma formativo.
Con Digitalmec è possibile acquisire le competenze di base che consentono di operare in autonomia con i più diffusi strumenti informatici al fine di facilitare l’utilizzo ordinario delle principali applicazioni presenti sia all’interno che all’esterno del luogo di lavoro (ad esempio la creazione e l’uso dell’identità digitale SPID).
Alfabetizzare digitalmente i lavoratori metalmeccanici anche ai fini del migliore utilizzo degli strumenti di comunicazione digitale presenti in azienda e della fruizione delle piattaforme attuative degli istituti contrattuali (Fondo Solidarietà Veneto, Cometa, MetaSalute, Welfare contrattuale), nonché degli istituti assicurativi e previdenziali (INPS e INAIL).
Acquisire competenze intermedie e avanzate al fine di promuovere lo sviluppo di una cultura digitale.
L’occasione offerta dalla recente manifestazione per cambiare la Legge di stabilità, che ci ha coinvolti in piazza a Mestre qualche sabato fa, è stata motivo di orgoglio per la FIM veneta e vicentina, grazie alle parole del segretario generale che hanno rinforzato il tema della formazione continua e delle competenze, quando ha detto che "per ogni Euro investito in macchine e tecnologia, bisognerà investirne altrettanti per le persone e la qualità della vita". Il lavoro che ci attende è arduo e va confezionato azienda per azienda, dove abbiamo il compito di inserire in ogni trattativa, ad ogni tavolo, percorsi di formazione qualificanti. Se non ne parliamo noi, se non diventiamo competenti noi, non lo farà nessuno. Le Imprese gestiranno la valorizzazione delle competenze in base alle loro esigenze, che non sempre coincidono con l’emancipazione collettiva dei lavoratori. La FIM può essere il soggetto di riferimento per lavoratori e aziende. In ogni azienda dovrebbe esserci un referente alla formazione, competente, formato, in grado di promuovere e dirigere le azioni formative.
SOSTENIBILITÀ
Il tema non ha colto impreparata la FIM. Da inizio 2018 è attivo un coordinamento nazionale, denominato GREEN FIM (già citato nel capitolo della formazione), che si occupa di analizzare, sviluppare e promuovere il concetto di sostenibilità. A Vicenza abbiamo dedicato due importanti approfondimenti con esperti di clima e di organizzazione aziendale, accompagnati dal presidente di ASVESS Veneto (associazione veneta per lo sviluppo sostenibile). Assieme abbiamo potuto comprendere meglio come e quanto il cambiamento climatico, che sta drammaticamente interessando il pianeta Terra,possa coinvolgere anche il ruolo del Sindacato, attore delle dinamiche organizzative e progettuali del lavoro, cercando di studiare le possibili azioni da intraprendere.
Quattro anni fa parlavamo di industria 4.0; ora ci dobbiamo confrontare con la transizione energetica, digitale e ambientale: la -quasi- naturale evoluzione.
La grande spinta all’evoluzione (per ora) organizzativa del lavoro, prende spuntoall’accordo ONU del 2015: AGENDA 2030.
I diciassette obiettivi per lo sviluppo sostenibile, per rendere il mondo alla portata di tutti gli esseri umani che lo abitano: povertà zero, energia pulita, agire per il clima, sono alcuni grandi obiettivi che muovono la transizione.
Gli accordi internazionali per contenere l’aumento della temperatura media del clima del pianeta, prevedono interventi di decarbonizzazione ovvero l’eliminazione dei combustibili fossili per produrre energia. L’impatto per il nostro settore è importante, si calcola che, una volta a regime, il solo passaggio dai motori a scoppio alla trazione elettrica, farà sparire in Italia oltre 60.000 posti di lavoro, non solo nel settore dell’automotive. Saranno coinvolti anche i sistemi di climatizzazione delle abitazioni, settore questo che, solamente in Veneto, conta più di 20.000 addetti tra diretti e indotto. A tal fine abbiamo costituito il coordinamento per il settore termomeccanico. L’obiettivo della FIM consiste nell’accompagnare la necessaria transizione ecologica a quella socialmente sostenibile, contenendo l’impatto che l’evoluzione avrà in termini di tenuta occupazionale.La FIM propone di creare un “fondo sociale per la decarbonizzazione”, che possa prevedere programmi di compensazione e di supporto ai diversi settori coinvolti, includendo gli interventi di carattere industriale necessari ad accompagnare e a sostenere il processo di trasformazione e di innovazione, accompagnando le persone attraverso la riqualificazione delle competenze.Questo fondo dovrà promuovere la digitalizzazione, le nuove tecnologie, le nuove produzioni di batterie per motori elettrici, i semiconduttori, le catene di valore e l’economia circolare.
Auspico, a tal proposito, una sinergia tra le categorie CISL dell’industria, in modo da veicolare i grandi investimenti previsti dal PNRR per uno sviluppo sostenibile che faccia giustizia sociale.
PARITÀ: di genere, riduzione delle disuguaglianze
Da sempre presenti nei valori costitutivi della FIM, giustizia, solidarietà e inclusione devono essere il faro dell’azione di ogni sindacalista.
Purtroppo il divario di genere permane e aumenta. Se non risolviamo questa ingiustizia, non possiamo dire di fare bene il nostro dovere.
Si rende indispensabile garantire l’adozione di tutte quelle misure che facciano crescere l’occupazione femminile, sradicando l’idea che l’attività di cura, non solo verso i figli, sia un onere che si accolla la donna. Senza una forte rete di servizi welfare e l’accesso ad orari di lavoro flessibili, non sarà possibile raccogliere risultati tangibili.
Bisogna creare le condizioni per rendere ogni posto di lavoro adeguato ed inclusivo. Adeguato alla conciliazione vita-lavoro per consentire la ripresa demografica, inclusivo perché retribuisce in modo paritario alle medesime condizioni di lavoro.
Diversamente, non ci resta che rassegnarci ad osservare i dati imbarazzanti del calo demografico, legati a quelli della costante diminuzione di giovani nel mondo del lavoro, con buona pace per chi si preoccupa oggi di scioperare per quota 102.
Bisogna dare tutela previdenziale a chi si prodiga nei lavori di cura e chi ha un percorso discontinuo di lavoro, così si riducono le distanze di trattamento che oggi ricadono su donne e giovani.
Riattivare il "progetto donna", consolidare la flessibilità di uscita per chi opera in lavori gravosi e usuranti, mantenere le uscite APE, rafforzare il “secondo pilastro” previdenziale, questo serve oggi, non illudere i lavoratori con ritorni ad un passato che tutela solo i garantiti.
Su questo tema esorto la CISL ad emanciparsi da chi “abbaia alla luna” e mobilita i lavoratori in solitaria per scopi non chiari, certamente non a tutela dei lavoratori, ne dell’unità di azione.
LA FIM VICENZA
La FIM di Vicenza è sinonimo di cambiamento e dinamismo. Nel corso di questi 4 anni la squadra si è ulteriormente trasformata; sono cambiati 7 operatori su 11 (alcuni oggi integrano la squadra in altre categorie oppure sono andati in pensione). Tutti prontamente sostituiti, in alcun casi grazie alla sperimentazione di giovani e meno giovani delegati provenienti dalla fabbrica. In altri casi attraverso la sinergia con le altre Fim del Veneto, sfruttando il principio di mobilità degli operatori. La peculiarità della squadra di oggi sta nella presenza di due donne operatrici a tempo pieno, una novità di cui ne andiamo fieri!
Abbiamo proseguito nel solco del modello organizzativo approcciato dal 2014 e modificato la collocazione territoriale degli operatori, in occasione delle varie uscite, così da garantire e mantenere l’efficienza dell’attività sindacale.
Siamo una Organizzazione solida, con i conti economici in attivo perché, insieme ai delegati di fabbrica, siamo a fianco dei lavoratori che si iscrivono, perché riconoscono la professionalità, l’accompagnamento, l’ascolto e anche quando le abilità di negoziazione permettono di ottenere i risultati migliori possibili. La dedizione a questo mestiere non manca a nessuno, un grazie va a tutti gli operatori, a tutti voi delegati, che rappresentate questa organizzazione faccia a faccia con i lavoratori, vogliamo idealmente farvi arrivare una lunga e forte stretta di mano, che consolidi il senso di gratitudine; senza di voi tutto ciò non sarebbe possibile.
Il quadriennio si caratterizza con una sostanziale tenuta complessiva, seppure registri una sensibile flessione nel 2020, già recuperata durante il 2021. Continua il travaso dei lavoratori che passano dalla Naspi all’iscrizione in azienda. Ciò dimostra che riusciamo a rispondere ai bisogni in entrambe le condizioni: occupati e disoccupati.
A settembre 2021 abbiamo superato i 7200 associati in 1240 aziende (+10%) e contiamo di chiudere l’anno in linea con i precedenti. La fotografia dell’associato FIM rimane sostanzialmente invariata: in prevalenza maschi dai 35 anni in su, solo il 12% degli iscritti è donna, il 20% è straniero e solo il 6% è un giovane sotto i 30 anni.
Stiamo migliorando sul fronte della rappresentanza: a Vicenza siamo il primo sindacato metalmeccanico per numero di Rsu e voti ricevuti nei rinnovi. L’ultima rilevazione di questi giorni registra che su 182 aziende con RSU, la FIM ne ha eletti 252, la FIOM 205 e la UILM 119.
Ora serve completare la misurazione spingendo le aziende ad indicare mensilmente all’INPS gli iscritti (in particolar modo quelle che non lo fanno ancora), per arrivare alla certificazione della rappresentanza, così da fare chiarezza su chi è titolato a partecipare alla contrattazione nazionale. Bisogna agire in fretta e fermare lo scempio dei contratti fatti in casa da organizzazioni pirata, spesso costituite ad hoc. Si registrano 985 CCNL depositati al CNEL (erano 712 nel 2017); crescono di 50 ogni sei mesi. Badate che anche in Veneto, anche a Vicenza, inizia a fare breccia questo malcostume. Bisogna impegnarsi tutti, chiedendo alle aziende in cui operate la regolarità delle comunicazioni all’INPS.
CONCLUSIONI
Con questa relazione, abbiamo tentato di fare poca analisi concentrandoci su cosa dobbiamo fare, ben consapevoli che il futuro non lo puoi prevedere, ma avendo chiari gli obiettivi almeno non farci trovare impreparati. Dobbiamo mettere in campo tutta la nostra apertura mentale per accompagnare questi anni di grande trasformazione.
Per la FIM di Vicenza, l'attività sarà caratterizzata dalla visione di largo respiro ma con un occhio attento alla prossimità, laddove sorgono i problemi, nelle aziende, nei territori, per fare sentire la nostra presenza.
Per questo Lavoreremo di concerto con i livelli superiori di categoria: la FIM regionale, con cui dialoghiamo giornalmente e la FIM Nazionale, per avere, appunto, visione lunga e azione locale.
Lo faremo come sempre al fianco di tutti i delegati di fabbrica e gli attivisti che ringrazio ancora per l’impegno quotidiano a sostegno dei propri colleghi di lavoro e per la crescita della FIM e con cui condividiamo le gioie e le sofferenze quotidiane.
L’epoca è propizia per la FIM: la transizione è sinonimo di evoluzione e dove soffia forte il vento del cambiamento, i fimmini sanno indicare la rotta, capaci di abbandonare gli schemi che ingessano.
Se è vero che da soli si va veloci, assieme si va anche più lontano; con il nostro stile, vogliamo contribuire a rendere solidi i valori di questo sindacato, “impegnandosi perché si avveri”.
VIVA LA FIM
regolamento svolgimento Congresso FIM VIC
REGOLAMENTO PER LO SVOLGIMENTO DEL XIX CONGRESSO TERRITORIALE DELLA FIM CISL VICENZA
Approvato dal Consiglio Generale della FIM CISL del 24 settembre 2021
regolamento elezione delegati al Congresso FIM VIC
REGOLAMENTO PER L'ELEZIONE DEI DELEGATI
AL XIX CONGRESSO TERRITORIALE DELLA FIM-CISL Vicenza
approvato dal Consiglio Generale FIM-CISL Vicenza del 24 settembre 2021
Prende il via il 2 dicembre 2021 alle ore 14.00, al ristorante “Dai Gelosi” di Quinto Vicentino, il 19° congresso della Fim Cisl di Vicenza.
Per i 150 congressisti coinvolti, in rappresentanza dei 7600 iscritti al sindacato metalmeccanico vicentino, sarà l’occasione per guardare al lavoro svolto negli ultimi 4 anni e per condividere e pianificare il percorso programmatico che li accompagnerà nel prossimo quadriennio.
Candidato unico alla guida della Fim Cisl vicentina è Stefano Chemello, già segretario dei metalmeccanici dal 2018.
“Syn-Dike partecipiamo alla transizione” è il titolo dato al Congresso che, da un lato richiama lo sguardo alle radici dei valori sindacali (dal greco Syn=assieme e Dike=giustizia), dall’altro si protende la vista all’evoluzione trainata dalla transizione. “L’evento congressuale è una sorta di cammino che si percorre in compagnia – afferma Stefano Chemello – lungo un itinerario che ci deve consentire di prendere parte a quella che si può definire una fase storica, in un’epoca di grande cambiamento, dove il lavoro torna ad essere un tema centrale in ragione della sua trasformazione. Dovrà essere una transizione per un lavoro giusto, che consenta di valorizzare le competenze di ogni singolo lavoratore, che sia sostenibile in termini di impatto ambientale e sociale, perseguendo il principio di parità di trattamento tra uomo, donna e condizioni di lavoro e, infine che consenta l’emancipazione digitale di ogni metalmeccanico. Il lavoro che vogliamo dovrà inoltre essere dignitoso, solidale, con forti elementi di giustezza, capace di rispondere ai bisogni dei singoli, sostenuto da percorsi formativi e ben retribuito.
La Fim Cisl si candida quale attore protagonista, con l’intenzione di partecipare all’evoluzione del settore manifatturiero più significativo dell’industria italiana, facendo in modo di non lasciare indietro nessuno.